Lesione del Legamento Crociato Anteriore 2019-01-10T16:06:14+00:00

Lesione del legamento crociato anteriore

Il Legamento Crociato Anteriore (LCA) è una cordone fibroso a decorso obliquo, del diametro di circa 1 cm, contenuto all’interno dell’articolazione del ginocchio che unisce il femore alla tibia.

La sua funzione è quella di opporsi ad un’eccessiva rotazione interna, estensione e dislocazione anteriore del ginocchio.

La lesione di questo legamento interessa soprattutto la popolazione maschile (rapporto di 2:1 rispetto alle femmine) durante la seconda e terza decade di vita.

La maggioranza delle lesioni del legamento crociato avvengono durante l’attività sportiva (soprattutto lo sci, il calcio, il football americano, la pallavolo e il basket) in conseguenza di un’anomala sollecitazione del ginocchio in iperestensione cioè il ginocchio viene portato eccessivamente verso l’indietro (calcio a vuoto del calciatore, ricaduta dal salto con il ginocchio esteso), valgo ed extrarotazione cioè il piede è bloccato al terreno e il ginocchio si flette e ruota all’interno, mentre il piede ruota all’esterno (durante un contrasto per i calciatori), varo ed intrarotazione cioè il piede è bloccato al terreno e il ginocchio si flette e ruota all’esterno, mentre il piede ruota all’interno (ricaduta su un solo arto in condizione di non equilibrio).

Spesso la rottura del legamento crociato anteriore non è l’unica lesione infatti possono associarsi anche lesioni meniscali (con una frequenza pari al 40-50%), lesione a carico di uno dei legamenti collaterali, lesioni osteocondrali (piccoli frammenti di cartilagine ed osso si staccano e restano liberi nell’articolazione)

SINTOMI

Nel preciso momento della lesione, che necessariamente deve essere un’importante distorsione, il paziente avverte spesso un rumore tipo schiocco con la sensazione che si è staccato qualcosa, seguito da intenso dolore e sensazione di ginocchio lasso. Nelle ore successive può formarsi un versamento all’interno dell’articolazione. Il ginocchio si presenta solitamente tumefatto, dolente alla mobilizzazione e al carico Il versamento articolare è conseguente alla rottura di vasi sanguigni che fanno accumulare sangue all’interno dell’articolazione tanto che talvolta è necessario drenarlo mediante un’artrocentesi. Due settimane dopo il trauma il ginocchio solitamente si sgonfia e la sintomatologia migliora notevolmente, permettendo al paziente di ritornare alle normali attività quotidiane senza particolari problemi. Successivamente residua un’instabilità del ginocchio, che può manifestarsi come un cedimento: il ginocchio non è in grado di sostenere il peso corporeo durante mentre si corre, si scendono le scale, si cambia direzione, si entra in auto o si cammina su terreni sconnessi.

DIAGNOSI

La diagnosi è facilitata dalla storia clinica. Alcuni specifici test manuali verificano la stabilità del legamento crociato anteriore: test di Lachman, il test del cassetto anteriore ed il pivot shift. Anche la presenza di versamento di sangue nell’articolazione è indicativo di tale lesione.

Le radiografie del ginocchio servono ad escludere lesioni ossee.

La RM è invece l’esame che permette di confermare il sospetto diagnostico con pressochè assoluta certezza.

TERAPIA

Una rottura a carico del legamento crociato può essere trattata sia conservativamente o chirurgicamente.

Solitamente un ginocchio con lesione del legamento crociato anteriore consente di condurre pressochè normalmente le comuni attività quotidiane. Tuttavia è un ginocchio instabile, che più facilmente va incontro a microtraumi distorsivi ripetuti. Questi predispongono a lesioni a carico dei menischi, della cartilagine e delle strutture legamentose periferiche, producendo un’artrosi precoce del ginocchio. Comunque anche l’intervento di ricostruzione, per quanto ripristini la stabilità e la funzionalità del ginocchio riducendo il rischio di lesioni associate, non protegge il ginocchio dalla degenerazione artrosica.

Fatte queste considerazioni, il trattamento incruento è indicato in pazienti oltre i 50 anni, pazienti con scarsa instabilità e con scarse richieste funzionali. In tal caso è fortemente consigliato rinforzare la muscolatura del quadricipite ed indossare una ginocchiera specifica durante le attività sportive che comportano importanti sollecitazioni per il ginocchio (sci, tennis).

Invece nel paziente giovane e sportivo, con attività lavorativa ad alto impatto e con riferita persistente instabilità la tendenza è quella di trattare chirurgicamente la rottura del legamento crociato, per ripristinare una normale funzione del ginocchio ed evitare cedimenti ripetuti. L’atleta professionista difficilmente ritorna ai livelli precedenti alla rottura del legamento crociato se non lo ricostruisce.

Il legamento crociato anteriore è ricostruito per via artroscopica. Poiché il legamento crociato anteriore non può essere suturato va ricostruito con un altro tendine. Il tessuto usato per sostituire il legamento crociato viene prelevato dallo stesso paziente. I tendini più comunemente utilizzati sono: il tendine rotuleo (è il tendine che collega la rotula alla tibia), i tendini dei muscoli gracile e semitendinoso (sono 2 muscoli della coscia, che si inseriscono sulla faccia antero-mediale della tibia, vicino al ginocchio), i tendini da donatore provenienti dalla banca dei tessuti molli (tendine d’Achille, tendine rotuleo, gracile e semitendinoso, tibiale anteriore). Ognuna di queste tecniche presenta vantaggi e svantaggi, ma nessuna ha dimostrato di essere superiore all’altra. Il chirurgo ortopedico a seconda dell’età del paziente, dell’attività sportiva o lavorativa e delle richieste funzionali, propone al paziente la tecnica più adatta al singolo caso. Il tendine rotuleo è stato considerato a lungo il tessuto ideale ai fini della ricostruzione, a causa delle sue caratteristiche fisiche e della relativa facilità di prelievo. Il suo utilizzo è stato progressivamente ridotto dal perfezionamento di tecniche chirurgiche che hanno consentito il raggiungimento di analoghi risultati mediante l’utilizzo dei tendini Semitendinoso e Gracile (“Hamstrings” nella letteratura anglosassone). Questi presentano il vantaggio di un prelievo meno aggressivo chirurgicamente, che non intacca l’anatomia di un apparato muscolo-tendineo importante come l’apparato estensore, consentendo un recupero funzionale a breve-medio termine più rapido. Gli ottimi risultati ottenuti ne hanno fatto la tecnica di ricostruzione attualmente più diffusa, anche nel trattamento di sportivi professionisti con elevate esigenze funzionali.

Dopo l’intervento il paziente deve iniziare nel corso delle prime 2 settimane un ciclo di fisioterapia, che dura circa 5-6 mesi circa. Il programma fisioterapico è volto inizialmente a recuperare la motilità del ginocchio e la rieducazione al passo. Successivamente si procede al rinforzo muscolare (isometrico e a catena cinetica aperta) e alla ginnastica propriocettiva. Le ultime fasi della fisioterapia includono il rinforzo muscolare a catena cinetica chiusa e gli esercizi sport specifici. Generalmente ai 3 mesi dall’intervento si può iniziare la corsa in linea retta e ai 6 mesi dall’intervento viene concessa la corsa con cambi di direzione e il ritorno all’attività sportiva.

LA MIA OPINIONE

La ricostruzione del legamento crociato anteriore è un intervento molto impegnativo per il paziente soprattutto dal giorno successivo all’intervento. Bisogna preventivare qualche mese di terapia fisica da eseguire almeno 3 volte alla settimana e considerare che la ripresa di qualsiasi attività sportiva sarà possibile non prima di 6 mesi. Per svolgere tuttavia attività sportiva senza problemi 8-9 mesi sono il tempo standard.

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